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EPERC: European Pressure Equipment Research Council

Senza attrezzature a pressione in generale, e senza recipienti a pressione in particolare, la vita moderna nei paesi industrializzati non sarebbe possibile. Infatti questo tipo di vita richiede una quantità di energia molto maggiore rispetto al passato, che può essere generata solo con il contributo sostanziale delle attrezzature a pressione.

Fino alla prima metà del 19° secolo, le sole forme note di energia erano l’energia umana, l’energia di origine animale (fornita da cavalli, asini o bovini), l’energia eolica (che muoveva mulini a vento e barche a vela) e, in minime quantità, l’energia prelevata da flussi di acqua che muovevano ruote di legno a pale: mentre il calore, che è anch’esso energia, poteva essere prodotto soltanto dalla combustione di legna o di carbone.

Beh, pensate che il nostro modo moderno di vivere sarebbe possibile utilizzando queste vecchie fonti energetiche tradizionali? E’ chiaro a tutti che la vita nel 21° secolo richiede quantità di energia molto più elevate e provenienti da fonti più facilmente accessibili. Grazie a Dio, oggi siamo in grado di produrre energia e calore con metodi molto diversi e molto più sofisticati: ma tutti comportano l’uso di attrezzature a pressione. L’energia idraulica richiede le condotte forzate, grossi tubi in pressione che trasportano l’acqua dai bacini situati ad alta quota alle turbine situate a livelli più bassi; il petrolio può essere convertito in combustibili di ogni genere negli impianti petrolchimici, fatti di recipienti a pressione e tubazioni, e i combustibili vengono utilizzati per generare vapore sotto pressione nelle centrali termoelettriche, anche loro fatte di recipienti a pressione, scambiatori di calore e generatori di vapore. I reattori nucleari sono anch’essi recipienti a pressione, dove l’energia nucleare viene convertita in calore, utilizzato poi per la produzione di vapore; il gas naturale estratto dal terreno viene immagazzinato e trasportato in recipienti a pressione; grandi impianti chimici, sempre realizzati con contenitori a pressione e tubazioni, sono poi utilizzati per la produzione di fertilizzanti per l’agricoltura; il vapore sotto pressione è utilizzato da diversi tipi di industrie, come l’industria alimentare e farmaceutica, le cartiere, gli impianti di condizionamento e di refrigerazione. Ovunque vi sia necessità di scaldare un fluido per mezzo di vapore, o di raffreddarlo per mezzo di gas refrigeranti, o di utilizzare aria compressa per trasmettere movimento, sorge la necessità di usare recipienti a pressione, scambiatori di calore e  tubazioni. In molti casi, anche le cosiddette energie alternative richiedono apparecchi a pressione (come negli impianti ad energia solare termica); e anche se si sogna di un futuro fatto di veicoli elettrici puliti, non dobbiamo dimenticare che l’energia elettrica utilizzata per sostituire il GPL, il gasolio e la benzina sarà sempre generata da impianti idraulici, termici, nucleari, solari, ossia da impianti che non potrebbero funzionare senza le attrezzature a pressione.

E’ tuttavia un dato di fatto che i componenti a pressione sono pericolosi: se non vengono adeguatamente progettati, costruiti e collaudati, e se i materiali utilizzati per la loro fabbricazione non hanno le caratteristiche richieste, il rischio di esplosione, così come il rischio di guasti meno catastrofici, ma comunque pericolosi (ad esempio rotture per fatica, perdite di fluidi pericolosi dalle guarnizioni, ecc.) è sempre presente. Questo è il motivo per cui tutti i paesi industrializzati hanno sviluppato leggi, standard e regolamenti relativi alle attrezzature a pressione, ovviamente con lo scopo di minimizzare i rischi, ma sempre cercando di ridurre il più possibile i costi. Così la tendenza moderna della tecnologia è quella di avere materiali sempre migliori e più affidabili, così come migliori e più affidabili devono essere le procedure di fabbricazione (con particolare riferimento alla saldatura), quelle di progettazione e i metodi di controllo; e ciò mentre le forme di base dei componenti in pressione sono rimaste praticamente invariate: se si confronta il disegno costruttivo di un recipiente a pressione o di un scambiatore di calore di 40 anni fa con un disegno costruttivo redatto oggi per lo stesso componente, ci si rende conto che le differenze sono davvero trascurabili. Ma se si confronta uno standard per la costruzione di recipienti a pressione di 40 anni fa con uno standard moderno, ci si rende conto che la dimensione dello standard moderno è 4 o 5 volte maggiore: ed esiste la stessa proporzione tra una relazione di calcolo fatto oggi e una relazione di calcolo di 40 anni fa.

Questa progressiva complicazione delle norme, in particolare delle norme in materia di calcolo e progettazione, richiede uno sforzo continuo da parte degli esperti che lavorano per la loro preparazione e per il loro aggiornamento, costretti molte volte a compiere studi teorici su temi specifici che richiederebbero il supporto delle attività di ricerca. Questo è il motivo per cui nei più importanti paesi industrializzati ci sono istituzioni che lavorano per il coordinamento di queste attività: negli Stati Uniti d’America c’è il Pressure Vessel Research Council (PVRC), in Giappone c’è il JPVRC; nel 1995 la Commissione europea ha incoraggiato la fondazione dell’EPERC, European Pressure Equipment Research Council. Ci vorrebbe troppo tempo per raccontare la storia di questa istituzione, che dieci anni fa contava più di 300 membri fra individui e società (costruttori, organismi di ricerca, fornitori di servizi, utenti, università, produttori di materiali, organismi notificati e associazioni di categoria), provenienti da tutti i paesi europei: basterà dire che, quando fu presa la decisione di convertire l’EPERC da un’organizzazione “de facto”, promossa inizialmente dalla Commissione, ad un’associazione “de jure”, ossia con una propria personalità giuridica costituita in Belgio (EPERC-AISBL= Association Internationale sans bût lucratif = associazione internazionale senza scopo di lucro), sostenuta dalle quote annuali dei suoi membri, qualcosa è andato storto, l’interesse per le attività di ricerca è diminuita, così come il numero dei componenti; in modo che nel 2011 qualcuno fece la proposta di scioglierla.

Incredibile! Come è possibile che in Europa nessuno si interessi della ricerca sulle attrezzature a pressione? Un piccolo gruppo di vecchi ingegneri (che hanno trascorso tutta la loro vita professionale in materia di attrezzature a pressione) non ha accettato questa idea, e sta ora cercando di rivitalizzare l’EPERC. Beh, gli sforzi e l’entusiasmo di queste persone stanno cominciando a produrre qualche effetto: l’EPERC-AISBL ha ora un nuovo agente operativo (la società britannica ETD Consulting), un’Assemblea Generale si è tenuta a Gand alla fine di marzo, è stato redatto un programma di attività, sono stati creati nuovi gruppi di lavoro tecnici (Technical Task groups = TTGs). Questa è l’informazione su EPERC che si può ottenere dal sito web:

http://www.eperc-aisbl.eu/

The European Pressure Equipment Research Council is a not-for-profit organisation registered in Brussels. 

Mission

Co-ordinate, develop and promote the common technical interests and strategies of European industry with regard to pressure equipment through research in relation to the international context and European institutions. 

Aims

  • Safeguard and represent the technical and economic interests of industries in Europe that rely on pressure equipment.
  • Facilitate the free trade of pressure equipment and common in-service requirements across borders at international and European level through harmonisation of standards and legislation, acceptance tests and recommended practices.
  • Promote and encourage collaboration and co-operation through research among the EPERC Stakeholders (Members) with an interest in the manufacture and use of pressure equipment.

 Objectives

  • Identify the needs for research and innovation through dedicated Technical Task Groups.
  • Establish priorities, timescales, scope and funding requirements.
  • Launch joint research and collaborative programmes and activities based on identified needs.
  • Support the implementation of the joint projects, collaborative programmes and activities.
  • Disseminate research results, including through the medium of e-learning, and facilitate the transfer of technology into practice.
  • Assist and advise authorities involved with legislation, standards and other issues concerning pressure equipment at a European level.

 EPERC areas of research priorities recently defined by its Members are:

  1. In-series pressure vessels designed by experiment
  2. Alternatives to the in-service pressure test
  3. Ultra-high temperature power plants

 

Se ora date un’occhiata al sito web della Commissione europea:

https://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/index.html

vi renderete conto che c’è una grande quantità di inviti a svolgere attività di ricerca (le cosiddette “calls”) nell’ambito del programma denominato “Horizon 2020”. Molte di queste calls sono su argomenti ai quali non sono estranee le attrezzature a pressione. Le regole del gioco sono molto semplici: un gruppo di almeno 3 organizzazioni diverse, provenienti da diversi paesi europei, è  in grado di presentare una proposta di ricerca nell’ambito di una di queste calls – si vedano le istruzioni su

https://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/funding/index.html

Ma, naturalmente, essendo membri di EPERC-AISBL e lavorando in uno dei TTGs esistenti, o, eventualmente, dando vita ad un nuovo TTG, darà sicuramente una migliore opportunità a tutte le organizzazioni o individui interessati. EPERC-AISBL sta organizzando una nuova assemblea generale a Bruxelles (aperta anche ai non iscritti) per il 27 e 28 gennaio 2016. Non perdete questa occasione!

 

Fernando Lidonnici

Vice presidente di EPERC-AISBL